domenica 22 marzo 2020

Quando ho detto che il 2020 per me sarebbe stato un anno difficile, mai avrei immaginato tutto questo.
E' sconvolgente quello che ci sta capitando, neanche negli incubi peggiori.
Barricati in casa ad attendere che questo maledetto nemico invisibile, che sta facendo strage in tutto il mondo, si stanchi e così com'è comparso nel nostro pianeta, se ne vada.
Non riesco più a guardare il telegiornale, quando accendo la televisione guardo solo qui programmi tipo "Vado a vivere in minicase" o "La mia casa sull'albero" o "Ingeneria impossibile".

Oppure guardo qualche film su Amazon, e basta.

Aspetto, come tanti di noi, aspetto che arrivi la buona notizia.
La scoperta della cura che cancelli la paura, come un cancellino magico su una lavagna che segna il numero deimalati. Quello dei caduti putroppo non lo potrà cancellare niente e nessuno.
Le notizie poi sono troppe, a volte contraddittorie, non ci si sta dietro.
Non dico che la soluzione sia mettere la testa sotto la sabbia, ma forse staccare per un po' il cervello, smettere di farsi mille domande alle quali tra l'altro io non ho risposta, e per una volta fidarsi di chi ne sa più di noi. I medici, gli scienziati.

Stanno lavorando in tutto il mondo per trovare qualcosa che salvi le nostre vite contro questo virus.

Io sono fiducioso. Io sono ottimista.
Siamo andati sulla luna 50 anni fa. Abbiamo combattuto e vinto contro malattie che fino a qualche decennio fa erano ancora mortali nel 100% dei casi.

E allora, nel frattempo, me ne sto a casa.
Leggo. Guardo Chip&Joanna. Lavoro. E sto con la mia famiglia.

 E aspetto. Guardando fuori dalla finestra ls primavera che è arrivata con le sue foglioline verdi sugli alberi e gli uccellini che cantano come impazziti. di gioia.

Aspettateci, tra poco saremo con voi, là fuori, e canteremo di gioia insieme.


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