venerdì 3 dicembre 2021

Ho imparato

 Sono passati davvero tanti anni da quando ho iniziato a lavorare. Era un'altra era geologica, non c'erano i personal computer, non c'era internet. I cellulari erano degli scatoloni che pesavano come una di quelle valigie che da piccolo mia mamma preparava per andare in vacanza. I tempi di risposta tra noi esseri umani erano umani, nel senso che non venivano misurati da una macchina in millisecondi, ma ci si dava il tempo di leggere la comunicazione dell'urgenza, capirla e trovare una risposta adeguata. Senza per questo venir "pingati" ogni 3 secondi per sapere "A che punto sei ? Fatto ? Finito ?"

Che poi non si trattava quasi mai di vere urgenze, ma a qualcuno piaceva nominarle così, forse per darsi un tono di importanza.

Mi rendo conto con un brivido nella schiena che la parte della mia vita dedicata al lavoro ha ampiamente superato l'altra parte, quella della scuola e della spensieratezza, come si dice in questi casi : ne è passata dibirra dalle mie reni e di byte sotto i miei stanchi occhi miopi.

Ci sono stati momenti buoni e momenti meno buoni. Ma ogni esperienza mi ha insegnato qualcosa, mi sono sempre "portato a casa" un piccolo mattoncino di sapere, che poi mi tengo lì per l'attività successiva, tanto esistono una serie di situazioni che si ripetono sempre e inesorabilmente, anche cambiando drasticamente gli ambiti dei progetti.

 E questa dei cicli e ricicli è una delle cose  che ho imparato, ma ne ho imparate anche molte altre.

Ho imparato.

Ho imparato che quando lavori in un progetto di...BRUTTO, e pensi che peggio di così non possa andare, che il prossimo progetto sarà certamente migliore, ecco...il progetto successivo sarà un altro progetto di...BRUTTO e forse ancora più di BRUTTO del precedente.

Ho imparato.

Ho imparato che nei progetti difficili si fa una gran fatica, che a volte sembra schiacciarti e toglierti il respiro. Ma se condividi la fatica con gli altri componenti del team, beh, si fa tutti un po' meno fatica, e le sensazioni di oppressione e schiacciamento quasi se ne vanno. Ho detto quasi.

Ho imparato.

 Ho imparato che esistono solo due tipi di problemi. Quelli irrisolvibili, quindi è inutile perderci del tempo. E quelli che hanno una soluzione. Alcuni problemi possono essere mostruosi, apparire come un Frankestein dagli occhi iniettati di sangue, il naso adunco, il corpo muscoloso ed enorme. Questi problemi bisogna scomporli, proprio come Frankestein. Cancelli gli occhi, e li metti da parte. Cancelli il naso e lo metti da parte e così pure il corpo muscoloso. E poi se ne prende in carico uno alla volta. Un naso che paura può fare ? Un braccio, per quanto grosso, può mai far entrare la paura in questo Dojo ? No, Sensei.

Ho imparato.

Ho imparato che quattro slide ben disegnate possono aprire diverse porte, ma un Grazie, un per favore e un sorriso sicuramente aprono infiniti portoni, e per quanto mi riguarda, costano molta meno fatica.

Ho imparato che il cliente è come un bambino. E allora mi voglio rifare al titolo di un libro di una famosa psicoterapeuta infantile inglese : "I no che aiutano a crescere". E allora coraggio, facciamoli crescere i nostri clienti, diciamogli qualche no, vedrete che ometti e donnine migliori diventeranno.

 Ho imparato che la frase "Tutti sono utili ma nessuno indispensabile" è proprio una cazzata. Lo so, si dice sul lavoro e non si dovrebbe generalizzare, ma...beh, per me è così. Conosco persone inutili, ma soprattutto esistono le persone indispensabili. Me ne vengono in mente alcune, poche ma senza le quali la mia vita varrebbe come una presa schuko sulla spiaggia di cala Ginepro in estate.

Ho imparato questo e altro. Ho imparato che quando hai bisogno è giusto chiedere, quando hai qualcosa da dare e da insegnare è giusto farlo, dare e insegnare mi hanno fatto crescere e migliorare, non come professionista, ma come uomo.

Ho imparato che prima di numeri e "risorse" si deve parlare di donne e uomini, che spesso è troppo facile giudicare male gli altri ed assolvere prontamente sè stessi. Ho imparato che le risposte alle provocazioni e all'arroganza sarebbero da restituire "di pancia", ma noi siamo migliori di loro, e di conseguenza lo saranno le risposte.

Quante cose ho imparato, il più è ricordarsele tutte e tutte le volte che ne ho bisogno. Ecco, questo è un altro problemino...la memoria che vacilla, la stessa memora che ti fa ricordare il bigliettino che ti scrisse una compagna alle elementari e ti fa scordare cosa hai fatto ieri. Ho anche provato a scrivermi le cose per andarle a rileggere quando ne ho voglia, ma poi non trovo i bigliettini dove le ho scritte. Che brutta cosa.


 

la vita

 Le cose belle, si sa, prima o poi finiscono e spesso non ci si può fare proprio niente per evitarlo.

Ma la cosa da tenere sempre a mente, è che pure le cose brutte prima o poi finiscono, basta saper tenere duro e aspettare.