venerdì 14 marzo 2014

Buio


La mia bimba ha paura del buio. Quando siamo seduti in cucina per cena, se le scappa la pipì, vuole che qualcuno la accompagni in bagno. Le abbiamo spiegato più volte che in casa non c’è nessuno, nessun mostro, nessun vampiro, nessuna bambola decapitata da bambini sadici. Niente. Eppure la paura rimane, e anche se accende tutte le luci della casa, facendo impennare vertiginosamente la velocità del contatore della luce, la paura le blocca le gambe e non c’è verso che riesca ad incamminarsi fuori dalla cucina. A quel punto, se non vogliamo che si faccia la pipì addosso, mia moglie o io ci alziamo e la accompagniamo. Mostrandole che non aveva alcun motivo di aver paura. Le parliamo con dolcezza, per farla sentire al sicuro.

Anche io ho paura del buio. Il buio che intendo io si chiama futuro, e non ho luci da accendere che mi facciano passare questa sensazione di incertezza e di timore. Non ci sono neanche la mamma o il papà che mi prendono per mano e mi portano verso una qualche forma di certezza. Verso un’isola di speranza nella quale spaparanzarmi sotto il sole, sdraiato su una spiaggia bianca come borotalco. Questo buio mi impedisce di scorgere i confini di un lavoro stabile e duraturo, di un futuro se non roseo almeno un po’ meno grigio per la mia famiglia. Non si può vivere con la paura che ti tiene compagnia. E’ una vicina scomoda, antipatica. E soprattutto indesiderata.

Ho paura del buio, come Gaia. Però quando ci teniamo per mano questa paura passa ad entrambi. Forse è questo il segreto, continuare a camminare insieme, tenendoci per mano. Verso il futuro, senza assilli, un passo alla volta, solo un passo alla volta.

PS Ma certo Simo, io le tengo la manina sinistra e tu quella destra. Dove vuoi che andiamo senza di te ?